"La Regione firmerà un’ordinanza per permettere agli operatori dei centri diurni, agli educatori e agli insegnanti di sostegno di raggiungere a casa i loro utenti con disabilità. Si lavorerà ad una soluzione per permettere a persone con disturbi di tipo mentale di uscire all’aperto per brevi periodi durante il giorno e si punterà a dotare le strutture residenziali di mascherine e di tutte le strumentazioni di tipo ospedaliero necessarie ad affrontare l’emergenza. Questo è quanto è emerso dal confronto che ha messo di fronte sul tema dei provvedimenti da adottare per il contenimento del Covid-19, in videoconferenza, da un lato l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi e la direttrice generale della Direzione Salute Gianna Zamaro, e dall’altro il presidente della Consulta regionale delle associazioni delle persone con disabilità Mario Brancati, affiancato dai rappresentanti della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), della Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità (Fand) e delle strutture residenziali e semi-residenziali per disabili della regione".
Lo annuncia un comunicato della stessa Consulta che riportiamo integralmente.
Il presidente Brancati, pur consapevole della grande emergenza che la sanità regionale sta vivendo, ha posto alla Regione tutta una serie di questioni cruciali, appellandosi a Riccardi in particolare nel suo ruolo di assessore alla disabilità e ottenendo come detto una serie di rassicurazioni precise. Innanzitutto Brancati ha richiamato il fatto che esistono in quest’emergenza non solo gli ospedali e le case di riposo, ma anche le strutture residenziali per disabili, mai citate o prese realmente in considerazione sin qui. “E a questo proposito dobbiamo dare risposte concrete prima che fatti drammatici coinvolgano anche queste strutture”, ha sottolineato il numero uno della Consulta.
Innanzitutto dunque bisogna garantire alle strutture residenziali l’equiparazione a quelle di tipo sanitario, dotate della strumentazione necessaria ad affrontare le emergenze e anche dei dispositivi di protezione individuale, a partire dalle mascherine, sinora a carico delle singole realtà. “Se da un lato è giusto impedire ai parenti di visitare i loro cari nei centri residenziali, per evitare il rischio di contagi, restano un pericolo gli operatori che entrano ed escono dalle strutture – ha spiegato Brancati -. Ecco perché servono precauzioni adeguate, come il controllo della temperatura e il tampone effettuato a tutto il personale per individuare eventuali contagiati asintomatici”. Sul test della temperatura c’è stata apertura, da parte di Riccardi, così come sulla fornitura “nei limiti del possibile” dei dispositivi di protezione individuale necessari, mentre non sarà attuabile la proposta del tampone sistematico.
Soprattutto, però, il passo avanti arriverà sul fronte dell’assistenza domiciliare. La Regione lavorerà con un apposito decreto nella direzione di accogliere la richiesta di Brancati: “Con i centri diurni chiusi, bisogna attivare i servizi socio educativi a domicilio – ha spiegato il presidente della Consulta -. Ovviamente con tutte le protezioni del caso, personale dei centri, educatori e insegnanti di sostegno devono poter seguire gli utenti direttamente nelle loro case, perché ovviamente le lezioni a distanza e via web nel caso dei soggetti con disabilità non sono proponibili”.
Infine, se il decreto Fedriga ha vietato ogni attività sportiva e non necessaria all’aperto, Riccardi ha spiegato al mondo della disabilità che la Regione studierà una disposizione che consenta a soggetti con problematiche psichiatriche, mentali e psichiche di poter uscire di casa, a fronte di una precisa prescrizione del medico. “E’ chiaro che in questo caso non possiamo parlare di attività sportive o ludiche, ma piuttosto terapeutiche– spiega Brancati -, perché per queste persone, e penso ad anche esempio agli autistici, per le quali è fondamentale poter passare qualche momento all’aperto per gestire le crisi comportamentali che spesso si trovano ad affrontare. È per queste persone che è necessario pensare a speciali deroghe”.
Servizio di informazioni inserito nel progetto "La salute in casa" sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.