In questo numero l'ospite speciale di WheelDM è Davide Micalich, un nome che in Friuli vuol dire pallacanestro.
Nel servizio di apertura Moreno, Silvia, Luca e Diego parlano di alimentazione.
Luca racconta la storia di Paolo Palumbo, ospite straordinario a San Remo. Mentre Ivan ci porta in giro per il mondo con un click e Nicolò ci manda un suo messaggio dai giorni dell'isolamento per il coronavirus.
Completano il sommario l'intervista doppia a Claudio ed Elia, la recensione del film “Il buio oltre la siepe”, un articolo musicale sui Deep Purple, uno sul progetto "A fâ ben nol è mai mâl", la nuova rubrica "Il cjanton dall'emoticon" e la sezione riservata alle squadre friulane di hockey in carrozzina, i Madracs Udine e i Friul Falcons, che non si sono fatte fermare neanche dal Covid-19.
Chiude il giornale il saluto a Herrman Fanin, un nostro amico che ci ha imporvvisamente lasciati lo scorso aprile.
WhelDM si può scaricare in formato PDF, richiedere in cartaceo alla UILDM di Udine o leggere sul blog www.wheeldm.org
Qui, invece, si possono leggere tutti i numeri già usciti.
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IL PROGETTO
WheelDM è il primo prodotto concreto del laboratorio sulla comunicazione avviato alla fine del 2014 dalla UILDM di Udine.
Il nome, come spiega l’editoriale del primo numero, “deriva dal termine inglese wheel, che significa ruota, chiaro riferimento alla carrozzella, compagna inseparabile delle persone con disabilità, che si pronuncia uil, guarda caso come le prime tre lettere dell’acronimo UILDM, fortunata coincidenza che non abbiamo esitato un attimo a sfruttare per la nostra ‘creatura’, il cui nome si pronuncia appunto uildim”.
La redazione è composta da una decina di soci con disabilità che, accompagnati da due giornalisti, si sono occupati e si occuperanno di tutto: dalla scelta del nome della testata alla grafica, dalla scrittura degli articoli ai titoli, dall’impaginazione alle foto. In questo senso WheelDM, che non ha ancora una periodicità definita, non vuole essere l’organo ufficiale della sezione di Udine, ma l’espressione delle idee, degli interessi e delle capacità del gruppo che lo realizza e che è, ovviamente, aperto a nuovi ingressi.
Alla base del progetto c’è un uso intensivo delle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione. C’è chi gestisce il computer con gli occhi e chi usa i comandi vocali, chi lavora con una tastiera virtuale sullo schermo e chi usa il mouse tradizionale. I materiali viaggiano via email e vengono salvati e scambiati sulla rete, i commenti e le proposte si fanno all’interno di un forum di gruppo. Le riunioni di redazione si aprono sempre con il caratteristico squillo di Skype che annuncia l’avvio di una videochiamata di gruppo, che consente di far partecipare anche chi, per le sue condizioni di salute, fa più fatica a muoversi da casa e a prendere parte ad altre attività. È questo, del resto, uno degli obiettivi principali dell’iniziativa.