Nel marzo 2015 il progetto “la città accessibile, la città di tutti” è entrato alla scuola primaria “Fruch” di Udine, grazie alla disponibilità delle insegnanti della classe quinta A. L’incontro con i bambini per noi è stato, come sempre, bello e stimolante.
Il loro punto di vista lo raccontano benissimo nel testo che segue e che ci hanno inviato qualche giorno dopo il nostro secondo intervento in classe. La testimonianza si può leggere anche sul numero 2 di WheelDM, assieme a un articolo di Maurizio Cosatto, “Entrare in quelle classi è sempre una grande emozione”, che racconta la sua esperienza ormai consolidata di “insegnante” volontario.
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DUE INSOLITI INSEGNANTI
Oggi noi alunni di quinta abbiamo fatto lezione con due insegnanti diversi dal solito: Maurizio e Luca, rappresentanti della UILDM di Udine.
Era già la seconda volta che ci incontravamo e abbiamo concluso la chiacchierata iniziata due settimane fa.
Già la prima volta avevamo iniziato a parlare delle difficoltà che possono incontrare le persone che si muovono in carrozzina per fare ciò che per noi è semplice e naturale: uscire di casa, andare a mangiare un gelato o al cinema, recarsi a trovare un amico…
Ce ne siamo resi conto meglio anche perché ci avevano affidato un piccolo compito per casa: osservare un luogo o un percorso del nostro quartiere che normalmente effettuiamo e verificare se esistano delle barriere architettoniche.
Abbiamo quindi osservato con occhi diversi la realtà in cui ci muoviamo e trovato che spesso ci sono piccoli o grandi ostacoli: il gradino del marciapiede, un pulsante posizionato troppo in alto, una porta troppo stretta, un lampione o un cestino dei rifiuti che restringono il passaggio…
Questi intralci, banali e facilmente superabili per chi si muove senza difficoltà, possono veramente limitare la vita e le azioni di chi usa la carrozzina. Tra l’altro sono situazioni anche facilmente risolvibili: per esempio è sufficiente una rampetta, che può essere usata anche da una mamma con un bimbo in carrozzino o da una persona anziana, per superare uno o più gradini. Oppure un interruttore posizionato un po’ più in basso è raggiungibile da tutti, anche da un bambino…
Altri ostacoli che abbiamo rilevato sono purtroppo legati non a superficialità nella progettazione di un edificio o di un percorso, ma alla maleducazione delle persone: ad esempio un’automobile parcheggiata con le ruote sul marciapiede oppure nello spazio riservato ai disabili. Rimuovere questi ostacoli è ancora più semplice, è sufficiente un po’ di correttezza e di sensibilità verso gli altri.
Questi due incontri ci hanno fatto quindi capire che le persone con disabilità desiderano fare le stesse cose che piacciono a noi ed essere indipendenti, non dover sempre ricorrere all’aiuto degli altri.
Questo è possibile, se nell’ambiente in cui viviamo tutte le barriere architettoniche vengono rimosse o risolte, con soluzioni il più delle volte semplici da realizzare e utili a tutti.
Gli alunni e le insegnanti della classe 5^ A della Scuola Primaria “Enrico Fruch”
Nelle foto sopra il titolo, alcuni dei momenti degli incontri