Il 29 febbraio il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi presentati dal Governo contro le sentenze dal TAR del Lazio che nel febbraio 2015 con tre sentenze era intervenuto in merito al nuovo regolamento di applicazione dell'ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente).
Il Consiglio di Stato ha dunque ribadito quanto deciso dal TAR che ha imposto la cancellazione, integrale o parziale di due commi del regolamento relativi a due punti importanti per le persone con disabilità:
1) i “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche” (pensioni, assegni, indennità per minorazioni civili, assegni sociali, indennità per invalidità sul lavoro, assegni di cura, contributi vita indipendente ecc.) non possono essere considerati reddito e quindi non vanno inclusi nel computo dell’Indicatore della Situazione Reddituale;
2) nel definire le franchigie, che consento in casi di presenza di persone con disabilità nel nucleo familiare di ridurre l'indicatore reddituale, non è giustificato prevedere una condizione di particolare favore per i soli minorenni.
Capire quali saranno le ricadute concrete di queste sentenze nell'immediato, tuttavia, non è semplice, come spiega con chiarezza un esaustivo e puntuale articolo del direttore di Handylex, Carlo Giacobini, di cui consigliamo la lettura integrale.
In sintesi, Giacobini sottolinea come la decisione del Consiglio di Stato determini una situazione "di ampia incertezza applicativa e operativa" che rende necessaria una riscrittura del regolamento ISEE da parte del Governo (anche per evitare alcuni effetti paradossali delle sentenze).
Si tratta di un'operazione che comporta un iter piuttosto lungo e tempi difficili da prevedere, ma che appare come l'unica in grado di sbrogliare la matassa.
Nel frattempo, INPS e CAF non possono far altro che continuare a usare i modelli di calcolo e raccolta informazioni usati fin qui. L'unico che può modificarli, infatti, è il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Il cittadino, dunque, al momento "non ha alcuno strumento per ottenere in tempi brevi e in modo agevole una certificazione rettificata".
Fermo restando che si tratta di valutare caso per caso se l'eliminazione dal reddito dei trattamenti assistenziali porti effettivamente a una variazione significativa dell'ISEE rispetto alle soglie previste per i benefici che si vogliono ottenere.
Il comitato dei proponenti del ricorso al TAR , in collaborazione con l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) ha elaborato il modello di una lettera di messa in mora degli enti erogatori dei servizi che, chi si ritenga danneggiato dal nuovo ISEE per i motivi all'origine della causa al TAR, può usare per chiedere una revisione del proprio ISEE con tutte le conseguenze del caso. Un altro modello riguarda invece la richiesta di soprassedere alla presentazione dell'ISEE in attesa che vengano recepite le sentenze del TAR.
In entrambi i casi, il presupposto dell'azione cautelativa è la disponibilità successiva ad aprire una vertenza legale con l'ente a cui si invia le lettere, che difficilmente accoglierà in prima battuta le richieste.