La classe quinta A della scuola primaria Rodari di Udine, oltre a una serie di rilevazioni di barriere architettoniche, ha scritto una bella storia che esprime benissimo il senso di tutto il nostro progetto. Ve la proponiamo.
Un sorriso coinvolgente e ripagante
Finalmente era iniziata la scuola: sarebbe stato l’ultimo anno scolastico trascorso alla “G.Rodari” che ci ha accolti quando eravamo ancora piccoli.
In mezzo alla folla di alunni vedemmo una bambina seduta.
Ci avvicinammo con cautela e notammo che non l’avevamo mai vista prima e si trovava su una carrozzina.
Aveva una carnagione rosea, gli occhi verdi che brillavano alla luce del sole, una folta chioma bionda con due belle trecce.
Il suono della campanella ci avvisava che dovevamo entrare in classe…
Dopo i saluti e gli abbracci iniziali, la maestra ci diede una bella notizia: avremmo avuto una nuova compagna… Bussarono, trattenemmo il respiro… la porta si aprì ed entrò la bambina in carrozzina che avevamo visto in cortile, prima di salire in classe.
Eravamo emozionati, ma fu lei a rompere il ghiaccio: “Sono Ilaria, piacere di conoscervi, sono contenta di passare questo anno con voi…”
Ci presentammo uno per uno, i più spiritosi non mancarono di mettersi in mostra dicendo qualche stupidaggine…
Ilaria sorrideva.
Finite le presentazioni, si mosse per occupare il banco assegnato.
Era sicura di sé, disinvolta più di noi che sembravamo timidi e preoccupati di farla sentire a proprio agio.
Quando suonò la ricreazione, i maschi si precipitarono in cortile ad occupare il campo per le solite partite a pallamano.
Noi, più attente e tranquille come sempre, accompagnammo Ilaria in ascensore e poi lungo le rampette esterne per raggiungere il campetto da gioco.
Si propose per arbitrare la partita: rimanemmo senza parole, meravigliati, felici.
Insieme facemmo una partita memorabile.
Tutti si attennero alle sue decisioni e ai suoi giudizi precisi, sicuri, da persona competente.
Anche la maestra non fece caso al tempo che passava… e la ricreazione durò più del solito.
Fu un primo giorno di scuola indimenticabile.
Nei giorni seguenti approfondimmo la sua conoscenza: era piccolina quando i genitori si accorsero che non riusciva a correre come i bambini della sua età e cadeva molto facilmente.
È cominciata così una interminabile serie di controlli medici che hanno diagnosticato la malattia che l’ha costretta sulla sedia a rotelle.
Eravamo sorpresi dalla facilità e dalla semplicità con cui parlava dei suoi problemi e ciò rese molto più semplici i nostri rapporti con lei.
Ora Ilaria è una di noi: discutiamo insieme, ci mandiamo a quel paese, condividiamo tante cose, esprimiamo opinioni diverse.
Certo tante volte lei ha bisogno di noi per superare tanti piccoli ostacoli nella vita di ogni giorno, ma non ci costa alcuna fatica, il suo sorriso ci ripaga abbondantemente.
Sappiamo poi di poter contare su di lei in mille altre situazioni nelle quali si dimostra proprio capace.