Sostegno alla vita indipendente

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Diverse novità per il Sostegno alla Vita Indipendente

Si allargano i beneficiari

La prima novità relativa allo strumento del FAP che punta a sostenere i progetti di vita indipendente riguarda l'ampliamento dei potenziali beneficiari.

Il Sostegno ala vita indipendente, infatti, non interessa più solo le persone con grave disabilità tra i 18 e i 64 anni “in grado di autodeterminarsi”, ma in modo più generale “le persone di età compresa, di norma, tra i 18 e i 64 anni, in condizione di grave disabilità fisica, psichica, intellettiva o sensoriale”.

Per quanto riguarda i requisiti ISEE, rimane il limite di 60.000 euro.

 

Definite le azioni finanziabili

Mentre il vecchio Regolamento si limitava a dire che i progetti di vita indipendente dovevano prevedere “la facilitazione di percorsi di inserimento sociale o lavorativo”, il nuovo testo specifica che tali progetti devono prevedere “una o più azioni, anche supportate dall'assistente personale, quali:

1) l’assistenza nelle attività di base e strumentali;
2) l’inclusione sociale e relazionale;
3) il trasporto sociale;
4) la facilitazione di percorsi di inserimento lavorativo o formativo;
5) l’abitare in autonomia, anche con l’utilizzo di tecnologie domotiche non ricomprese negli elenchi di interventi di competenza sanitaria afferenti ai LEA”.

 

  Lo SVI si divide un due categorie

L'elenco delle azioni cui devono far riferimento i progetti ha un impatto concreto anche rispetto all'entità del contributo erogabile.

Infatti i progetti che si limitino all'azione 1 ovvero alla “assistenza nelle attività di base e strumentali” potranno accedere a un contributo molto più limitato (al massimo 12.000 euro), rispetto a quelli che contengono almeno due delle azioni indicate (contributo massimo fino a 24.000 euro).

Poiché il Regolamento non indica in base quali criteri un progetto di vita indipendente vada considerato come meramente limitato alla “assistenza nelle attività di base e strumentali”, bisognerà attendere l'applicazione concreta delle nuove regole da parte delle Unità di valutazione multidimensionale (UVM) per valutarne il reale impatto.

 

Aumenta il tetto massimo dei contributi

Nel caso della vita indipendente l'entità del contributo viene definita caso per caso dall'UVM che valuta i progetti all'interno di un limite minimo e massimo definiti dal Regolamento:

- per i progetti che si limitano all'azione 1, si va da un minimo di 3.000 a un massimo di 12.000 euro all'anno
- per i progetti che contengono almeno due delle 5 azioni indicate, si va da un minimo di 6.000 a un massimo di 24.000 euro all'anno.

Il vecchio Regolamento, che non distingueva i progetti in due categorie, andava da 3.000 a 22.000 euro. Il tetto massimo erogabile, dunque, è stato aumentato di 2.000 euro.

Rendicontazione

Rimane l'obbligo di rendicontare “almeno il 75%” dei contributi ricevuti.

 

Più soggetti coinvolti nel definire e valutare i progetti

A valutare e definire i progetti di vita è l'Unità di valutazione multidimensionale (UVM), una équipe multiprofessionale composta da rappresentanti dei servizi sociali degli Ambiti e dei Distretti sanitari. Nella presentazione del progetto tuttavia le persone con disabilità possono contare, otre che sul sostegno dei familiari o di chi ne fa le veci, anche sul supporto “di consulenti alla pari o di agenzie per la vita indipendente che abbiano nel proprio statuto lo svolgimento di tali attività”, siano iscritte al Registro unico del terzo settore oppure siano Onlus.

Allo stesso modo l’UVM “ha facoltà di ammettere all’équipe integrata, su richiesta della persona o di chi ne fa le veci, altre figure di supporto, quali i rappresentanti delle associazioni di riferimento, gli assistenti alla comunicazione o gli interpreti”.

 

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>> Scarica il testo integrale del Nuovo Regolamento del FAP - DPGR 214/2023

 

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