In questo numero l'ospite speciale di WheelDM è il fotoreporter pordenonese Pierpaolo Mittica, che con le sue foto richiamare l'attenzione sui temi dell'inquinamento ambientale e nucleare e dello sfruttamento sociale
La copertina è dedicata ad Elia e alla sua classe del liceo artistico "Galvani", dov'è nato un progetto legato al Pordenone calcio, mentre il paginone centrale ospita i bellissimi colori delle creazioni grafiche di Silvia.
L'articolo a più voci si occupa dell'uso delle nuove tecnologie di comunicazione, Giacomo e Riccardo hanno "collaudato" il nuovo scuolabus di Bertiolo, Maurizio e Luigino si raccontano nell'intervista doppia e "L'angolo dell'emoticon" si è messo in viaggio.
Completano il sommario i consigli di lettura di Maurizia, la recensione del film “Genitori quasi perfetti", un articolo musicale su Jimi Hendrix, uno su Pelè, e un saluto a un amico che ci ha lasciati.
WhelDM si può scaricare in formato PDF, richiedere in cartaceo alla UILDM di Udine o leggere sul blog www.wheeldm.org
Qui, invece, si possono leggere tutti i numeri già usciti.
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IL PROGETTO
WheelDM è il primo prodotto concreto del laboratorio sulla comunicazione avviato alla fine del 2014 dalla UILDM di Udine.
Il nome, come spiega l’editoriale del primo numero, “deriva dal termine inglese wheel, che significa ruota, chiaro riferimento alla carrozzella, compagna inseparabile delle persone con disabilità, che si pronuncia uil, guarda caso come le prime tre lettere dell’acronimo UILDM, fortunata coincidenza che non abbiamo esitato un attimo a sfruttare per la nostra ‘creatura’, il cui nome si pronuncia appunto uildim”.
La redazione è composta da una decina di soci con disabilità che, accompagnati da due giornalisti, si sono occupati e si occuperanno di tutto: dalla scelta del nome della testata alla grafica, dalla scrittura degli articoli ai titoli, dall’impaginazione alle foto. In questo senso WheelDM, che non ha ancora una periodicità definita, non vuole essere l’organo ufficiale della sezione di Udine, ma l’espressione delle idee, degli interessi e delle capacità del gruppo che lo realizza e che è, ovviamente, aperto a nuovi ingressi.
Alla base del progetto c’è un uso intensivo delle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione. C’è chi gestisce il computer con gli occhi e chi usa i comandi vocali, chi lavora con una tastiera virtuale sullo schermo e chi usa il mouse tradizionale. I materiali viaggiano via email e vengono salvati e scambiati sulla rete, i commenti e le proposte si fanno all’interno di un forum di gruppo. Le riunioni di redazione si aprono sempre con il caratteristico squillo di Skype che annuncia l’avvio di una videochiamata di gruppo, che consente di far partecipare anche chi, per le sue condizioni di salute, fa più fatica a muoversi da casa e a prendere parte ad altre attività. È questo, del resto, uno degli obiettivi principali dell’iniziativa.